Odio come forma di aggressione, di persecuzione, di violenza. Se ne è parlato all’evento “Le vittime dell’odio” organizzato dal Dipartimento della pubblica sicurezza – Direzione Centrale della Polizia Criminale del Ministero dell’Interno e dall’Oscad – Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori.
Un incontro intenso, in cui si sono susseguiti momenti di approfondimento su cyberbullismo, stalking, revengeporn.
L’Avv. De Stefani, invitata come relatrice all’incontro, ha sviluppato una riflessione sul rapporto tra digitale e minori, sottolineando l’importanza di individuare i limiti entro i quali potersi muovere nelle attività online. Problema, questo, connesso alla facilità con la quale da un lato l’accesso alla Rete viene concesso sempre prima, anche a bambini che non hanno ancora maturato quello sviluppo cognitivo che potrebbe garantire una corretta percezione dei pericoli che si celano online, dall’altro alla quasi totale assenza di conoscenza del funzionamento della Rete e delle regole, sia tecniche, sia giuridiche, che la governano.
La problematica, inoltre, risulta essere trasversale a tutti i settori, nessuno escluso.
Anche nello sport, per esempio, l’impiego del digitale senza una adeguata formazione può portare alla commissione di reati di varia natura. L’Avv. De Stefani ha affrontato questo delicato tema analizzando i pericoli connessi all’utilizzo di uno smartphone all’interno di uno spogliatoio senza una adeguata (in)formazione per i giovani atleti.
A volte anche un atto goliardico può portare a conseguenze giuridiche difficili, poi, da gestire.