È stata affidata all’Avv. Federica De Stefani la direzione della Commissione AI4WOMAN di E.N.I.A., Ente Nazionale per l’Intelligenza Artificiale.
Nel contesto contemporaneo, caratterizzato da una progressiva e pervasiva adozione di tecnologie intelligenti in ogni settore della vita sociale, economica e istituzionale appare imprescindibile avviare una riflessione critica e organica sulle implicazioni che tali sistemi generano sul piano delle relazioni di genere, nonché sulle forme di disuguaglianza che rischiano di essere riprodotte, e persino intensificate, attraverso algoritmi apparentemente neutrali ma che, nei fatti, sono profondamente condizionati da dati, strutture e premesse culturali storicamente asimmetriche.
Su queste basi si sviluppa l’attività della Commissione AI4Woman dell’ENTE NAZIONALE per l’INTELLIGENZA ARTIFICIALE – E.N.I.A.® , coordinata dall’Avv. Federica De Stefani, adjunct professor presso l’Università degli Studi Link.
La Commissione è uno spazio multidisciplinare, volto a promuovere una cultura della progettazione algoritmica inclusiva, attenta alle dinamiche di potere e capace di riconoscere i bias sistemici.
L’interrogativo che ci guida è tanto semplice quanto urgente: l’intelligenza artificiale sarà strumento di emancipazione o nuova forma di esclusione per le donne e i soggetti vulnerabili? La risposta dipende dalle modalità di progettazione e governance di questi sistemi, poiché se i dati non rappresentano la pluralità dei vissuti o se mancano prospettive diversificate, IA può replicare squilibri sociali esistenti.
Il ruolo della Commissione è quindi etico culturale e strategico: non si tratta solo di correggere gli errori, ma di ripensare l’intero ciclo di vita dell’IA, partendo dal riconoscimento della non neutralità della tecnologia. Ogni scelta tecnica riflette valori, che devono essere analizzati e discussi per garantire trasparenza e adozione di modelli etici bydesign, in cui la parità di genere sia requisito strutturale in tutto l’intero sistema, dalla progettazione al mantenimento dell’AI.
In un’epoca in cui l’evoluzione tecnologica avanza con una rapidità tale da superare la capacità regolativa di diritto e società, il rischio è quello di codificare digitalmente logiche di esclusione già note nel mondo analogico.
La discriminazione algoritmica non è un’ipotesi futuribile, ma un fenomeno già visibile e documentato, con effetti reali sulle opportunità lavorative, sull’accesso ai servizi pubblici e sulla tutela dei diritti fondamentali.
La Commissione AI4Woman agisce nella convinzione che il genere non è e non può essere considerato come una variabile da correggere a posteriori, ma, al contrario, rappresenta una dimensione fondamentale da assumere come chiave interpretativa per costruire una tecnologia che non solo funzioni, ma che sia anche giusta equa e responsabile.